STORIA DI UN UOMO COMUNE
“A vivere quello che ho scritto
non ho pianto
come a scrivere quello che ho vissuto”
Rievocazione di gloria Alpina- nel primo Natale di pace.
Tip. Industria ed Labor – Biella 1945
Avete mai provato a cercare i libri che hanno per titolo 1914?
Almeno quattro se per titolo intendiamo solo l’anno e non mi è sfuggito altro. Se cerchiamo anche 1914 -con sottotitolo- il risultato si amplia. Se poi cerchiamo 1914-1918, lì ci perdiamo insieme a tutti i titoli che 1914 lo contengono o ne sottintendono il contenuto. Nonostante la scolarizzazione storica regredisca e sempre meno siano coloro i quali potrebbero dire al primo colpo il significato e il motivo di tanta letteratura, consola il fatto che uno sguardo allo smartphone fa rievocare immediatamente una tragedia studiata sui libri scolastici.
Tuttavia, per tanto che si cerchi o che si navighi, non si troverà mai che in quell’anno sono nato io. E quel secolo l’ho vissuto, quasi tutto. Questa è la mia storia, non è un saggio e neanche un romanzo o una cronaca. E’ la mia vita…fino al 1945.
Se non parlassi e non scrivessi oggi, avrei forse,
domani, minori responsabilità di fronte alla grande
letteratura: ma ne avrei di più gravi versi i miei
fratelli che attendono, disorientati, una parola buona.
(Terra Nostra- tip. Industria et Labor- 1946)
PERCHE’ DUE DATE
1943
è l’appendice che nostro padre si è portata dietro da quando, giovane maestro laureato e innamorato, ha visto la SFASCIO del REGIME e lo SBANDO del Regio Esercito dopo l’8 settembre.
Fu l’anno della SCELTA e delle successive durissime altre SCELTE quotidiane durante la Sua prigionia da IMI (Internati Militari Italiani) in Germania.
Fino alle estreme e pericolose conseguenze finendo, come primo gruppo di ufficiali internati italiani, nel KZ di UNTERLUSS nel dicembre del 1944.
1914
è l’anno in cui è nato, l’anno di Sarajevo.
Ma “1914” è anche il racconto-omaggio alla sua vita scritto dal primo figlio, Paolo, nato nel 1946.
Omaggio interamente basato sul materiale che lui stesso ha lasciato e che ora Paolo custodisce per conto della famiglia e delle future generazioni. Insieme a questo sito, in cui troverete la storia e i documenti. Buona visita!
1914
Mio nonno materno, Giustino, era un meccanico ferroviere a Torino, zona Madonna di Campagna. Un difficile lavoro per riattivare una preziosa locomotiva a vapore gli valse una visita di ringraziamento da parte di Quintino Sella. Solidarietà di altri tempi fra conterranei. Io posso solo immaginare e fantasticare su come fosse lo stato delle nascenti ferrovie sabaude, in tumultuosa crescita per via dei piani di Cavour, immerse in atmosfere sature di fumi e vapori. E cosa avrei pagato per vedere mio nonno al lavoro! E ritrovarmi a pensare mio nonno ai festeggiamenti per l’inaugurazione del traforo del Frejus nel 1871, in una Torino illuminata a giorno […]
1923
[…] Nel frattempo stavo diventando anche un divoratore di libri: qualsiasi cosa capitasse sottomano, francese compreso: ormai lingua del mio zio emigrato. Quasi tutti presi dalla bibliotechina di una vicina di casa. Mi accorgevo, piano piano, che la lettura mi dava gli strumenti per non accettare sempre e comunque acriticamente le opinioni e gli ordini di altri. Ben presto, in conseguenza, fui “dimesso” dal lavoro di manovale, ed andai in fabbrica pensando così di avere più tempo libero. Il mestiere dell’attaccafili era il primo passo nel ciclo tessile, la filatura, per dare poi la scalata fino al finissaggio, passando attraverso la tessitura […]
1932
… Carissimi genitori,
vi mando mie notizie, unitamente a quelle dello zio Serafino e della zia Matilde. Lo zio mi ha risposto ieri e mi ha detto di essere contento della fortuna che mi è toccata, e mi ha incoraggiato a studiare volentieri per riuscire. Mi ha scritto che sono quattro mesi che non lavora più. Ha detto che quando ricomincerà a lavorare, mi avrebbe mandato qualche cosa […] Il latino me lo insegna padre Remo e tutti i giorni mi dice di studiare con volontà per riuscire… Bisogna ringraziare Iddio che ha permesso che si realizzasse il mio sogno […]
Vi ripeto di non affittare nessun prato poiché ne avete abbastanza di quelli che già avete. In quanto alla mucca fate come credete meglio, ma piuttosto che comperare il fieno a un prezzo molto alto è meglio che la vendiate. Tenete solamente la capra e avete abbastanza latte per voi […]
1940
Non sarebbe stata una situazione da manuale se fossi partito senza una morosa. Va bene lasciare genitori e affetti famigliari, ma partire senza un amore, un progetto di vita e qualcuno che ti scrive e a cui confidare le tue pene e le tue gioie, avrebbe significato la solitudine. Conobbi Franca e la sua famiglia alla fine degli anni trenta. Faceva la sarta in una prestigiosa sartoria cittadina e ne uscì capolaboratorio quando ci sposammo. […] Il 10/06/1940, la Dichiarazione di Guerra era stata consegnata nelle mani degli Ambasciatori di Francia e Inghilterra. Correva l’anno delle decisioni irrevocabili. Le folle avevano esultato. L’Impero, Africa Orientale Italiana – Libia – Dodecaneso e qualche ettaro paludoso in Cina a Tiensin, erano in guerra. Mussolini voleva la sua parte, cominciando con una invasione della Francia, trascurando che il 14 giugno Parigi era già stata occupata dai tedeschi. […]
1941
Uscito dalla Scuola Allievi Ufficiali di Bassano il 12/02/1941 sono destinato ad Aosta. Divisione Alpini Taurinense, Battaglione Aosta, 41 Compagnia “I Lupi” con il grado di sottotenente ossia il grado più basso fra gli ufficiali. Come sottotenente, mi è affidato il comando di un plotone (40/50 uomini) che entra in Francia e si stabilisce a Saint Foy dal 23/03/1941 al 03/07/1941- a Presidio dei territori francesi conquistati. Così, noi ritardatari, “ri-invademmo la Francia”!
Più che una guerra lampo fu una guerra di posizione, dal momento che c’era stato il già descritto Armistizio fin dal giugno dell’anno prima. L’armistizio di Villa Incisa aveva previsto l’occupazione di alcuni territori francesi di confine e una zona smilitarizzata di 50 km a cuscinetto con la repubblica collaborazionista di Vichy del maresciallo Petain nel sud della Francia invasa […]
1942
Nei Balcani […] ancora freddo e vento, ma, per noi Alpini, niente rispetto all’Africa o alla Russia. Una mattina presto scrivo in marcia alla luce di un lampione e al ritorno alloggio in una casa senza vetri. Nevica al mare. Dopo molto tempo riesco a fare la comunione, dormo con i soldati e la vita in tenda a volte fa venire i nervi. Spedisco mille lire per ritirare le due cambiali scadute presso l’avv. Barbera per i fatti di mio padre […] Cristina si lamenta che le lettere sono tassate ma ricordo a Franca di pesare le sue perchè il censore ha timbrato tutte le pagine, così leggendo tutto […] Finalmente finisco col ritiro delle cambiali, ossia quelle scadute e pericolose! Redenzione finanziaria senza toccare la casa del paese. Vedremo per le altre. Non mandare più giornali ma solo ritagli di sport e andamento della guerra […]
1943
[…] A sera, mentre ci troviamo a mensa, la notizia dell’ ”armistizio”: a notizia confermata raggiungo il mio plotone al quale parlo, mettendolo in guardia sulla situazione di domani. Ricevo ordine di raggiungere la Compagnia e il Btg subito al mattino del 9. Nella mattinata del 9 il Btg si sposta entro le difese di Niksic. Si teme un attacco dei tedeschi. Rimaniamo a Niksic nell’incertezza e soprattutto nell’indecisione fino all’11 sera. Le batterie intanto hanno consegnato la metà dei pezzi. L’11 sera ci trasferiamo a Danilovgrad meno la 42a. Il 14 mattina il Generale Vivalda parla al Battaglione e alle Batterie riunite facendo presente la situazione e le difficoltà: si decide per la montagna. Nel pomeriggio, subito dopo il pranzo, io inizio con il plotone il movimento verso la montagna […]
Introduzione
1914 /1932
1940 – Franca / Fine studi
1940 – La prima battaglia
1940/inizio1941- Bassano. Scuola Allievi Ufficiali
1941 – La guerra finta
1942 – Si prepara il momento / Oropa. La bussola della Madonna
1942 – La Posta Militare 200 / I Balcani
1943 – La guerra / Balcani-Montenegro
1943 – Il Viaggio
Il diario
1943 – Prigionia a Deblin
1944 – Guerra e ripartenza per la Germania
1944 – L’opzione e gli optanti / Amburgo e l’obbligo al lavoro
1944 – Unteluss: la punizione
1945 – La Liberazione
1945 – E intanto la lira…
Postfazione