Unterluss
KZ di Unterluss (Soltau). Dipendenza di Bergen Belsen.
Dal 29-12-1944 al al 8-2-1945
[…] inviato per rifiuto al lavoro, tramite la Polizia di Wietzendorf, di Soltau e di Luneburg al campo di educazione al lavoro (Straflager) di Unterluss dove rimaneva fino al 1° febbraio 1945, data in cui veniva ricoverato per una grave pleurite all’infermeria locale e successivamente inviato all’ospedale di Celle, dove rimaneva fino all’11 maggio […]
CHE COS’ERA L’UNTERLUSS
Nel 1944, in questa località esistevano già diversi campi in cui i “lavoratori stranieri” (Fremdarbeiter), prigionieri di guerra e altre categorie di lavoratori forzati, condividevano le medesime condizioni di vita. Il campo di Tannenberg, dove gli internati militari italiani furono ospitati fino a metà anno, era situato nella sezione Altensothrieth, del comune di Unterlüss. In questo campo aperto il 15 agosto del 1944, vennero rinchiuse, verso la fine di agosto, dalle 400 alle 800 donne e ragazze ebree provenienti da Auschwitz, soprattutto polacche, ma anche ungheresi, rumene, ceche e jugoslave. Sopravviveranno alla fine solo in 500. Si trattava di un Arbeitserziehungslager (AEL-campo di rieducazione al lavoro), vero e proprio campo di punizione che rientrava nel sistema concentrazionario di Bergen-Belsen. Controllato dalle SS, i prigionieri lavorarono per una fabbrica di munizioni, la Rheinmetall-Borsig AG attiva localmente da prima del 1939.
Qui furono anche alloggiati i prigionieri di guerra italiani; 44 ufficiali, tra cui Zanetti Cornelio, furono trasferiti in questo lager a causa della loro resistenza contro il passaggio coatto allo status civile con il conseguente obbligo del lavoro coatto. I deportati, nel loro insieme, furono utilizzati nella sistemazione di strade e rotaie, e la rimozione di detriti. Le donne anche nelle produzioni della fabbrica Rheinmetall, esposte alle sostanze chimiche tossiche. Molti furono i lavoratori coatti avvelenati. Il campo fu evacuato il 10 aprile del 1945 e liberato il 13 dalle truppe britanniche
Testo tratto da: https://www.deportatibrescia.it/lager-o-campo-prigio/unterluss/
Si può pensarla come si vuole, ma collegare UNTERLUSS E LIBERAZIONE, torture e libertà, non è poi così strano. La morte procurata o cercata ha rappresentato per molti, troppi, la LIBERAZIONE DEFINITIVA dalle conseguenze delle proprie SCELTE o CONDIZIONI. Ma la sorte è stata benevola: un medico tedesco ha avuto un atteggiamento di “pietas”. E, da lì in poi, il cammino dall’INFERNO alla LIBERAZIONE DESIDERATA è stato DIVERSO. Lo vedrete.
[…] Eravamo un numero, poveri esseri umani costretti a fatiche che i nostri corpi non potevano sopportare e sì che io godevo ancora di buona salute e avevo ancora qualche energia, grazie ai molti pacchi che tu e i tuoi parenti mi avevate mandato. Se pensi poi che fin da ragazzo io ero abituato a lavorare e faticare meglio comprenderai la durezza di quella vita se ti dico che nel giro di una decina di giorni le mie forze le sentii venire meno.
Tuttavia il “saper lavorare” nei primi dieci giorni mi risparmiò busse e sfottiture da parte degli aguzzini russi e polacchi nonché del sergente delle SS che imperava in quel campo.
Il 27 gennaio, dopo 29 giorni esatti di lavoro senza riposo (e ci toccò anche un duro periodo di lavoro notturno in una fabbrica montaggio-cannoni) non me la sentii più di tirare avanti e chiesi visita […]
08-02-1945 – TEIL II- L’attestato del Sindaco che autorizza l’uso della ferrovia al lavoratore il giorno 08/02/1945 durante il sopranominato tempo (TEIL I)- Unterluss. La nota (x) dice: vale solo per lavoratori dell’est e polacchi e i lavoratori civili che arrivano dai luoghi accorpati all’est. Cancellare la riga per i restanti lavoratori. (cosa che non è stata fatta)
31-07-1945 – Gendarmeria di Wietzendorf. Il 23-12-1944 Mello Rella e due sottufficiali dell’Oflag 83 di Wietzendorf sono venuti da me consegnati dal comando della Polizia (Gestapo) della stazione di Soltau. Il motivo addotto era che il nominato (Mello Rella), ufficiale italiano, si era rifiutato di lavorare in Azienda della fam. Blohm und Voss di Amburgo. Ho consegnato l’ufficiale a Soltau come ordinato per essere incarcerato.
Riconoscimenti
Viaggio
Nel 1992, su desiderio espresso e mai realizzato, Emilio vuole andare alla ricerca delle tracce del medico tedesco che l’ha salvato. Ha 78 anni compiuti e vuole con sè la moglie Franca.
Il figlio Paolo, per questo “viaggio di ritorno”, li accompagna in auto con intensa malcelata emozione. Destinazione: Celle, la casa del dr. Hartung, l’ospedale S.Joseph, Wietzendorf, Amburgo e la ricerca di UNTERLUSS, con la targa d’un ingresso ancora inchiodata su un albero. Infine, decisione improvvisa, Bergen-Belsen dove però non entra per l’emozione e lascia fare a noi.
Lì sono morti di tifo petecchiale (o dei pidocchi) e polmonite alcuni suoi compagni: pezzi scartati!