Storia di un uomo comune

Video integrale dell’evento di Pettinengo 2015

Per chi avrà la pazienza e la curiosità di vederlo, troverà all’inizio e alla fine una serie di testimonianze, oltre l’intervento completo di Paolo.

La classe 1923. Giovanni Cravello, fratello di Franca e mio padrino, è stato un testimone diretto di un’altra realtà del post 8 settembre 1943. E’ interessante leggerlo ed ascoltarlo, anche se schivo e non amante della pubblicità. E ricordarlo con affetto, pure lui scomparso recentemente all’età di 96 anni il 17 maggio 2020.

Dobbiamo tanto a Claudio Sommaruga se il racconto sugli IMI si è arricchito di dati, numeri, cronologie e statistiche, anche sotto forma di calorie. Per chi vuole informarsi su questo mondo, andando oltre le parole, può leggere il suo quaderno.

La partenza

13 Gennaio 1943, data della mia partenza per il servizio militare, in piena guerra. Quella che doveva essere la “Guerra Lampo” e la classe del 1921, classe della vittoria, aveva già coinvolto anche la mia (1923). […] Giunti in caserma si era fatto ormai troppo tardi per alloggiarci decentemente. Avrebbero dovuto infatti montare dei nuovi castelli e questo sarebbe stato possibile soltanto il giorno dopo. Ci introdussero in una camerata al piano terreno molto fredda a causa dei vetri mancanti rimpiazzati da assicelle e senza paglia che coprisse il cemento del pavimento, dove già si stavano sistemando alla meglio altre reclute del canavese. “Andiamo bene – commentò uno – prima notte in ghiacciaia”.
Dopo circa mezz’ora udimmo un rumore di scarponi ed un vociare confuso: erano i richiamati del 1908/9 e 10 che, a conoscenza del nostro arrivo, erano scesi per condurci nei loro castelli a discapito dello spazio loro riservato, ed ebbi la gradita sorpresa di vedere Edgardo Buratti, compaesano e amico, classe 1908. Si stava senz’altro meglio senza il cemento sotto la schiena, anche se il freddo non era di molto cambiato […]

Giovanni Cravello: “La mia naja””, pag. 1

La resa

[…] Al mattino ci radunammo e, per mezzo di un interprete, ci comunicarono le loro condizioni: per ogni prigioniero mancante (già avevamo dato le nostre generalità), ne venivano fucilati due, per ogni automezzo danneggiato durante il trasporto, altre due fucilazioni; chi avesse fornito false generalità, se scoperto, sarebbe stato fucilato […]
Un giorno Miniggio, con destrezza ma non troppa, si impadronì di una maglia
di un militare tedesco appesa ad una corda. Fu notato da qualcuno, e subito ci fecero allineare invitando l’incauto prigioniero a restituire l’indumento. Un soldato tedesco iniziò a passarci lentamente in rivista osservandoci uno ad uno e sono convinto che avesse ben impresso il volto di Miniggio. Infatti, giunti dinanzi a lui si fermò, lo scrutò attentamente, quindi proseguì speditamente. Era evidente che lo aveva riconosciuto e, pensando forse ad una punizione troppo severa che gli sarebbe toccata, decise di lasciar correre, tanto più che Miniggio era senza la giacca perché l’aveva già venduta ad un civile per un pezzo di pane […]

Giovanni Cravello: “La mia naja”, pag.20

I dimenticati

C’è una pagina importante della nostra storia colpevolmente affossata benché coinvolga più di 900.000 italiani ”schiavi di Hitler”, in Germania e nei territori occupati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 e gettò nell’angoscia, in Italia, molti milioni di congiunti e amici come riconobbe anche Mussolini!
E’ la storia drammatica degli IMI, i 716.000 Internati Militari Italiani del Regio Esercito, volontari di coscienza nei Lager, a fianco di 36.000 deportati civili (politici, ex partigiani catturati senz’armi, ex IMI ribelli, ufficiali antifascisti rastrellati, carcerati militari…) e di 9.000 deportati razziali e religiosi (ebrei d’Italia, di Rodi e stranieri, zingari e “testimoni di Geova”).
Si aggiungono 74.000 lavoratori civili, rastrellati a forza
in Italia e trasferiti in Germania nel 1944 […]

Claudio Sommaruga: “Una storia affossata”, pag.2

Le testimonianze

Nei Lager, specie in quelli degli ufficiali, furono annotati a futura memoria, telegraficamente per mancanza di carta e non dare nell’occhio e in gergo pro censura, forse 10.000 appunti diaristici clandestini. Una metà pervenne in Italia ma, rifiutati dall’editoria commerciale, finì dimenticata nei cassetti dei ricordi. In 60 anni se ne pubblicarono, per lo più fuori commercio e inter nos, meno di 400 con una tiratura di meno d’una copia per reduce […]
Se ai memoriali si aggiungono le testimonianze brevi, raccolte in antologie e le interviste dei media, solo
un reduce su 500 ha testimoniato. Anche i saggi storici sull’ internamento, per lo più recenti e limitati agli addetti ai lavori, non raggiunsero il pubblico […]

Claudio Sommaruga: “Una storia affossata””, pag.31

UNA STORIA AFFOSSATA

Claudio Sommaruga
Gli italiani “schiavi di Hitler”

traditi, disprezzati, dimenticati… e beffati dalla Germania e dall’Italia!
testo completo, pdf, 44 pagine

Ivrea – Gennaio 1943 – con Baroli

Scarica qui il testo - PDF, 62 pagine

Testimonianza video: il cognato e l’8 settembre

Belgrado – Ottobre 1944 – “Boina Komora” – 4° Kraijska